Il mondo del cinema salvato da internet e dalla TV

di Sergio Mario Ottaiano, in Cinema, del 12 Dic 2015, 14:00

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Il cinema e il mondo dello spettacolo sta cambiando pelle, sta mutando, e forse non c’è più spazio per i vecchi metodi di produzione e per i film d’autore, o di nicchia, finanziati da ricchi produttori o uomini illuminati. La qualità e la particolarità di alcuni film di vecchia data, non è più la principale richiesta del pubblico. Inevitabilmente il cinema sta cambiando il proprio linguaggio cercando di adeguarsi ai gusti di un pubblico sempre più influenzato e attratto dalle serie tv. Oggi il cinema è protagonista di un’autentica rivoluzione che lo porta ad intersecarsi con le piattaforme tv e con la rete puntando, sempre di più, sulle grandi potenzialità offerte da internet.

Riccardo Tozzi, produttore e presidente dell’Anica afferma: “Il cinema, se vuole sopravvivere, deve ritrovare una sua forza specifica: la gente ormai è disposta a uscire solo per vedere film dotati di una forte identità”.

Si prospetta quindi un futuro nero per il cinema che esula dal dominio delle major e che non riesce a tenere il passo con tali numeri da botteghino. Infatti, il film più visto del 2015 è Jurassic World, che ha incassato più di un miliardo e mezzo, seguito da Fast & Furious 7, e da Avengers Age of Ultron. Sono tutti film prodotti e distribuiti dalle major così come anche gli altri film campioni d’incassi entrati nella top ten globale: Inside Out, Cinderella, Hunger Games – Il canto della rivolta parte 2; ma soprattutto sono tutti film che seguono uno stesso filone di sicura presa sul pubblico. Il cinema è dunque destinato a mantenere un’unica direzione?

A dare una risposta, forte e decisa, alle case di produzione storiche ci hanno pensato i magnanti della rete e del mondo televisivo. Basti pensare che Alibaba, il gigante cinese dell’e-commerce, ha finanziato Mission Impossible – Rouge Nation; Netflix, piattaforma digitale di grande successo, ha prodotto Beasts of No Nation, lo sconvolgente film di Cary Fukunaga sui bambini soldato africani e ha relizzato in compagnia della società Cattleya la sua prima produzione italiana: Suburra. Sky Europa produce The Last Panters, mentre la sua versione italiana, già nota per aver prodotto serie come Romanzo Criminale e Gomorra, mette in cantiere The Young Pope di Sorrentino. Amazon non è da meno e produce La tigre e il dragone 2, The man in the high castle diretto da Ridley Scott e altri dodici film; lo stesso vale per Youtube che ha iniziato a contattare produttori e studios di Hollywood per investire in una decina di film e fiction solo nel 2016.

Come in ogni rivoluzione l’entrata in scena di nuove pedine sulla scacchiera scatena perplessità e qualche protesta. C’è chi si preoccupa che la rete possa condizionare i contenuti del cinema o peggio decretarne la morte, ma in realtà i dati raccolti fino ad ora (dal 2009 al 2014) registrano un aumento degli incassi a livello mondiale mettendo a tacere le malelingue.