Il confronto per le primarie Pd in onda su Sky, l’ennesimo schiaffo alla tv di Stato

di Gennaro Pesante, in Blog, Media, New media, Televisione, del 26 Apr 2017, 11:02

Prima del confronto tv – dopo sarete tutti impegnati nella discussione tra “tifosi” – forse può essere utile qualche riflessione su quella che si profila come l’ennesima sconfitta per la Rai. Il confronto tra i tre candidati alle primarie del Pd, come si sa, questa sera andrà in onda su Sky, sul satellite su Skytg24 e sui canali 8 e 50 del digitale terrestre. Niente servizio pubblico, niente Raiuno o qualcuno dei talk show tanto agognati dai politici. Nemmeno Vespa sembra essere riuscito a imporre il suo “Porta a Porta”. Le motivazioni sono diverse, e comprendono anche un certo tatticismo da parte dei candidati, non tutti favorevoli alla messa in onda sui canali cosiddetti generalisti. E questo è il versante “politico” della faccenda su cui sorvoleremo.

Sul versante “televisivo”, invece, non può sfuggire la profonda differenza che fa vedere un evento di questo tipo che va in onda su un canale privato anziché essere appannaggio dei canali tv pubblici. Come se la politica non fosse cosa per tutti. E che, anzi, confinarla negli spazi della paytv tematica sia la cosa migliore da fare in tempi di disaffezione nei confronti di politica e partiti. Niente di più sbagliato.

Certo, si tratta “solo” del confronto per le primarie di un partito, niente a che vedere con quanto avviene nella civile Francia, ma l’impotenza della Rai davanti alla scelta di essere bypassata così facilmente lascia l’amaro in bocca. E soprattutto la dice lunga sulla debolezza del sistema televisivo – e quindi di informazione e comunicazione – rispetto agli umori della politica. Dovrebbe funzionare al contrario. I politici dovrebbero “temere” la tv e implorare il servizio pubblico di dargli spazio. E la Rai dovrebbe avere un potere contrattuale che purtroppo non possiede più da molti anni.

La dirigenza di viale Mazzini avrebbe dovuto rivendicare il potere di imporre spazi e regole. E nessuno dei tre candidati avrebbe dovuto avere il coraggio – e gli argomenti – per provare a mettere il tutto in discussione. Roba, insomma, da “quinto potere”, e cioè niente di più lontano dalla realtà italiana, fatta di amoreggiamenti e fintissime liti negli stanchi salotti tv. Se non è stata cercata l’esposizione massima – per capirci: una prima serata su Raiuno – non è un bel segnale, da un lato la politica mostra una debolezza, e dall’altro si sta privando certamente una fetta importante di pubblico di un confronto che invece in tanti dovrebbero vedere.

Certo, si potrebbe obiettare che l’evento andrà in onda anche su ben due canali presenti sul digitale terrestre. Verissimo, ma come anche il telespettatore meno avveduto sa perfettamente, il campione Auditel si misura davvero solo sui canali generalisti, ed è soprattutto sui canali Rai che si misura la reale proporzione, e i risultati, di un prodotto televisivo di questo genere. È evidente che in questo caso la politica non è particolarmente interessata a conoscere con esattezza gli esiti delle relative performance. Quindi, in definitiva, non sarà quello che poteva essere, e cioè qualcosa che andasse oltre la politica stessa, ovvero un piccolo evento televisivo, ma quasi un prodotto di nicchia, a livello di addetti ai lavori. Una occasione persa, per la politica e per la televisione. E, manco a dirlo, soprattutto per la Rai.

Gennaro Pesante

Gennaro Pesante, nato a Manfredonia nel 1974. Giornalista professionista, vive a Roma dove lavora come responsabile dei canali satellitare e youtube, e come addetto stampa, presso la Camera dei deputati.