Il Cardellino romanzo dell’anno secondo il Corsera: Rcs e il conflitto di interessi

Il Cardellino (Rizzoli) di Donna Tartt è un libro-mattone di 900 pagine famoso per due motivi principali: è valso la vittoria del Premio Pulitzer ed è allo stesso tempo il libro più abbandonato di sempre tra quelli iniziati.

Perlomeno è quanto rivelano i dati riportati dal Guardian che fotografa il dato relativo al numero degli utenti britannici che hanno scaricato il romanzo nella versione per Kobo e hanno confessato di non averne voluto sapere di finirlo. Sono il 55 %, per la cronaca.

D’altronde non deve essere così semplice prendere in mano la versione cartacea senza stancarsi l’avambraccio e sarà stato altrettanto difficile per i sudditi di Sua Maestà, molto più avvezzi di noi alla lettura dei libri digitali, restare con gli occhi incollati sull’e-ink del proprio Kobo per tutte le quasi mille pagine in attesa che il cardellino della Tartt spiccasse il volo. Battute a parte questo dato, specie in quanto confinato ai lettori della sola versione e-book, non va comunque preso con troppa serietà visto che non sarebbe il primo libro di ottima fattura incompreso dai lettori. La stessa autrice è celebre per avere una personalità niente male, tale da imporle di pubblicare un romanzo ogni 10 anni. Per scelta.

Immaginiamo quindi che se la narrazione dovesse ritrarre anche solo una parte del caratterino schivo della scrittrice non sarebbe gioco-forza una lettura adatta a tutti.

Proprio parlando di Lettura, ma riferendoci stavolta all’inserto domenicale del Corriere della Sera, è indispensabile citare l’apprezzamento ricevuto dal libro in questione quasi unanime tra i componenti della giuria del “Romanzo dell’anno” stilato proprio dal Corsera. Sono stati infatti 232 i voti ricevuti dal Cardellino, più del doppio delle preferenze del secondo classificato, Giuda (Feltrinelli) di Amos Oz, mentre si è posizionato al terzo posto Il Capitale nel XXI secolo (Bompiani), saggio rivelazione dell’economista francese Thomas Piketty.

Ora, il vero nocciolo della questione non è dunque la diversità di vedute tra una miriade di lettori (britannici) e i redattori, scrittori, critici, illustratori, grafici e collaboratori del supplemento che hanno votato la top ten, quanto se sia o meno un caso il fatto che l’editore del libro vincitore e quello del giornale che lo ha eletto siano lo stesso.

Oltre ai gradini più bassi del podio già citati, chiudono la lista Sandro Veronesi, quarto con Terre rare (Bompiani), Paolo Giordano settimo con Il nero e l’argento (Einaudi), Michele Mari ottavo con il romanzo d’avventura Roderick Duddle (Einaudi), Don Winslow con Missing. New York (Einaudi), Mauro Covacich, autore de La sposa (Bompiani) e infine La ballata di Adam Henry (Einaudi), romanzo etico di Ian McEwan, Il figlio (Einaudi), di Philip Meyer, Storia della bambina perduta (e/o), di Elena Ferrante, autrice di cui resta misteriosa la vera identità.

Colpaccio quindi per la scuderia Rcs (Rizzoli e Bompiani) che porta a casa quattro prestigiosi autori tra i primi dieci dell’anno di cui due addirittura sul gradino più alto e più basso del podio.

Non stiamo certo scoprendo l’acqua calda, e va comunque osservato che Einaudi è riuscita a fare meglio pur non essendo di proprietà di Rcs, però il sospetto che ci possa essere stato un lieve conflitto di interesse aleggia in modo convincente, specie andando a spulciare la classifica del suddetto Premio assegnato nella scorsa edizione: primo La verità sul caso Harry Quebert (Bompiani) di Joël Dicker seguito da Francesco Piccolo con il suo Il desiderio di essere come tutti (Einaudi) e La festa dell’insignificanza (Adelphi) di Milan Kundera. Di nuovo primo e terzo, dunque, visto che figurava Adelphi medaglia di bronzo.

Tre marchi Rcs in pianta stabile nelle prime tre posizioni per due anni consecutivi, sarà di certo un caso, però un piccolo appuntino a fondo pagina che ricordi ai lettori questo innocente particolare non sarebbe stato certo di troppo. Viva la trasparenza.

Daniele Dell

Daniele Dell’Orco

Daniele Dell’Orco è nato nel 1989. Laureato in di Scienze della comunicazione presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, frequenta il corso di laurea magistrale in Scienze dell’informazione, della comunicazione e dell’editoria nel medesimo ateneo. Caporedattore del sito Ciaocinema.it dal 2011 al 2013 e direttore editoriale del sito letterario Scrivendovolo.com, da febbraio 2015 è collaboratore del quotidiano Libero, oltre a scrivere per diversi giornali e siti internet come La Voce di Romagna e Sporteconomy.it. Ha scritto “Tra Lenin e Mussolini: la storia di Nicola Bombacci” (Historica edizioni) e, sempre per Historica, l’ebook “Rita Levi Montalcini – La vita e le scoperte della più grande scienziata italiana”, scritto in collaborazione con MariaGiovanna Luini e Francesco Giubilei. Assieme a Francesco Giubilei, per Giubilei Regnani Editore, ha scritto il pamphlet “La rinascita della cultura”. Dal 2015 è co-fondatore e responsabile dell’attività editoriale di Idrovolante Edizioni.