“Grazie, ma no”: intervista a Erica Ferraris

“Se dovessi scrivere un libro, mi accerterei che la mia copertina sia elettrizzante, unica. Il lettore, quello vero, solitamente non si sofferma all’esterno, ma approfondisce la trama sfogliando qualche pagina. Personalmente apro il libro, leggo una frase, così, presa a casaccio, e se mi stimola quel paragrafo, probabilmente mi stimolerà leggerlo tutto. E lo compro. Non ho mai sbagliato”.

Ecco come Erica Ferraris, frizzante, spigliata, sicura di sé, descriveva proprio su Cultora il suo essere lettrice.
Oggi invece, in veste di scrittrice, ci presenta il suo libro Grazie, ma no (Undici Edizioni), lanciato lo scorso marzo e presentato al Salone del Libro di Torino 2018.

La prima cosa che salta all’occhio, quando si vuole acquistare un libro, è certamente il titolo. Come mai la scelta di Grazie, ma no?
La scelta del mio titolo è stata in realtà quasi immediata. Dicono che il titolo si decida per ultimo, ma Grazie, ma no è arrivato subito dopo le prime righe. Forse perché è mia abitudine ironizzare molto anche nel quotidiano: infatti si evince una sfumatura simpatica e divertente di primo acchito.

Il suo libro attraversa la storia di una giovane e frizzante ragazza che deve affrontare delle scelte nella propria vita, scelte semplici ma tortuose. Quanto è importante, secondo lei, l’apporto di consigli da parte di parenti e amici? E quanto incide nella nostra vita l’istintività personale?
Sono sempre stata una persona che ha deciso con la propria testa, anche sbagliando. In realtà i consigli di parenti e amici molto spesso possono aiutare, ma bisogna stare attenti a non strafare o ad oscurare il proprio punto di vista che è sempre molto importante. La protagonista affronta un percorso di crescita che viene calpestato anche da amici, famigliari, professori, tutti pronti a dire la propria, ma senza mai ascoltare ciò che aveva da dire lei; alla fine si accorge che forse, il proprio punto di vista, non doveva essere sottovalutato o sminuito.

Sulla base delle sue esperienze, dunque, qual è (se c’è) la differenza tra consigli e pareri?
Dal mio punto di vista, un consiglio deve essere elargito da persone che conoscono molto accuratamente i ritagli personali; ha una sorta di responsabilità e bisogna valutare attentamente anche come e quando consigliare. Non sempre è un momento adatto. Un parere, invece, è un’osservazione personale, indipendente dalle proprie esperienze, e sicuramente meno influenzabile. Posso dirle che ha una bella camicetta senza per forza puntualizzare sul come indossarla. Non so se mi spiego.

Essendo lei una giovane studentessa, il suo libro ha come target i/le giovanissimi/e o si estende a più ampio raggio?
La copertina può forse indirizzare ad un pubblico giovane e femminile (e ben vengano le giovani donne!), tuttavia sono sempre dell’idea che un ventenne possa comunque insegnare molto ad un sessantenne. Al Salone Internazionale del Libro, infatti, sono stata contenta di averlo indirizzato a molti uomini e anche non giovanissimi, perché è importante avere un’idea generale di ciò che è la vita, venticinquenne e non.

Come detto, è una studentessa e il suo campo è quello scientifico. Come si è avvicinata all’ambito letterario? Cosa la affascina di più della parola su carta?
Mi è sempre piaciuto leggere e scrivere, sebbene non fossi molto stimolata dai miei insegnanti. Ho sempre pensato che il mio stile fosse qualcosa che andava oltre i banchi e i muri di scuola. Avevo 11 anni quando iniziai a buttar giù righe e storielle, e il mio interesse è mano a mano cresciuto, leggendo di tutto e di più. La scienza è venuta dopo ed è parte integrante della mia vita. Insomma, come dico sempre, ho un cervello diviso a metà.

Grazie, ma no è il suo primo libro. Ha in cantiere altri progetti letterari? Può svelarci qualche anteprima?
Sì, ho in cantiere altri progetti. Posso solo dire che sarà una storia diversa, con un’impronta un po’ più profonda e meno personale. Avrà come protagonista Torino e il sociale in generale degli anni ’70. Preparatevi a ritornare nel passato!

In ultimo, ma non per importanza: Grazie, ma no ha come tema centrale i consigli. Cosa consiglierebbe ai nostri lettori?
L’unico consiglio davvero importante che mi sento di dare è quello di non giudicare MAI nulla dalla copertina: che sia un libro, una persona, una situazione o una scelta. E in ogni cosa che scegliete di affrontare, riguardatevi bene da chi cerca di convincervi che voi non potete prendere una decisione da soli. Siate più istintivi e ascoltatevi sempre, perché molto spesso nascondervi dietro le responsabilità, porta solo a dover essere dipendenti da scelte che non solo non sono nostre, ma che nemmeno piacciono davvero.