“Generazione cultura”: straordinaria opportunità o ennesima presa in giro?

Oggi tutti i più importanti quotidiani nazionali celebrano la nascita di “Generazione cultura”, il progetto per giovani neolaureati ideato e sostenuto da il Gioco del lotto, insieme al ministero dei Beni culturali e Ales, in collaborazione con la Luiss Business School. E qui sorge la prima domanda: in un Paese in cui continuano ad essere elogiati i progressi di alcune università pubbliche, specie in ambito umanistico (vedi il caso Sapienza prima in Italia per archeologia), perché è stato scelto un ente privato come la Luiss?

Non vogliamo essere accusati di “dietrologia” e diamo uno sguardo al bando per capire di cosa stiamo parlando. In sostanza si tratta di un concorso aperto a tutti (disponibile su www.generazionecultura.it) che ha l’obiettivo di selezionare 100 giovani laureati sotto i 27 anni e offrire loro un’imperdibile occasione per costruire un’impresa per valorizzare il patrimonio artistico e culturale nazionale.

Riassumendo, “Generazione Cultura” è destinato a 100 neolaureati, selezionati attraverso un bando pubblico, che avranno la possibilità di frequentare 200 ore in sei settimane d’aula di alta formazione presso la Luiss Business School (sigh!). Sì, avete letto bene, solo 100 posti disponibili per una “scuola” di formazione, non per un lavoro. Un numero ridottissimo se solo si pensa all’ultimo concorso indetto dal Mibact, al quale si erano iscritti circa 20mila laureati.

Ma non si tratta solo di formazione. Infatti, 25 importanti Istituzioni Culturali distribuite su tutto il territorio nazionale ospiteranno i giovani per uno “stage retribuito” (con un rimborso spese di 3000 euro) di 6 mesi. E alla fine dello stage, i partecipanti si confronteranno in un contest dove proporranno le loro idee di impresa culturale. Le 10 migliori idee saranno realizzate. Insomma, “uno su mille ce la fa”. Dopo aver superato la fase preselettiva ci sarà un’ulteriore selezione, di cui solo 10 avranno poi la possibilità di realizzare il proprio progetto, ossia avviare una start up culturale.

«È una grande opportunità di crescita personale e professionale per i giovani che faranno parte di questo progetto – sottolinea Paolo Boccardelli, Direttore della Luiss Business School- e uno strumento attraverso cui valorizzare il nostro immenso patrimonio artistico e culturale». Fabio Cairoli, amministratore delegato di Lottomatica Holding, che finanzia il progetto, aggiunge: «Non deve essere visto semplicemente come un sostegno per l’avvicinamento di persone di talento al mondo del lavoro, ma come uno strumento finalizzato a creare una sintesi virtuosa tra due esigenze fondamentali del Paese: il futuro dei giovani e la valorizzazione del nostro straordinario patrimonio culturale».

Sarà, ma a noi sembra l’ennesima presa in giro (o strategia economica, 50 euro per iscritto) per un mondo, quello della cultura, distrutto da anni di scelte scellerate e tagli incomprensibili, dove a pagare il conto, e l’iscrizione al bando, saranno migliaia di giovani, traditi da una classe dirigente che non ha idea di cosa significhe, non solo economicamente, affrontare un percorso di studi.

Ah, quasi lo dimenticavamo: al bando potranno accedere tutti i neolaureati di 27 anni, provenienti da qualsiasi corso di laurea magistrale e non esclusivamente quelli che hanno sacrificato anni di studio per discipline umanistiche. L’ennesima dimostrazione di quanto una formazione in ambito culturale sia realmente tenuta in considerazione. A pensare male si fa peccato, ma spesso…

Redazione

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peccato che i vincitori siano stsati selezionati ancor prima dei colloqui orali….ah…a pensar male!