Dal caso Morandi fino a Renzi e Obama. Che ruolo hanno i social media manager

di Simone Giallonardo, in Media, New media, del 15 Nov 2015, 11:00

social media manager

È davvero Gianni Morandi a scrivere i suoi post su Facebook? Lui dice di sì, ma qualcuno dice si tratti di un social media manager, un professionista con conoscenze più forti nel marketing rispetto all’ambito editoriale. Ha una sensibilità e una visione più globale della struttura social di un brand o di un personaggio. È colui che sa sfruttare l’attimo. Soprattutto è uno che ama il mondo digitale, visto che ci deve passare le ore. È un cacciatore dimi piace.

Ma chi lo assume e perché? Sarà che ci sa fare con gli algoritmi (beh, infine i social funzionano come le ricerche di Google, con i numeri!) e che ha imparato a conoscere i gusti del pubblico. Fatto sta che riesce a far mettere tantissimi like a un post di un qualsiasi personaggio solo perché ha scelto l’orario giusto di inserirlo, la giusta frase, un tono familiare, una bella foto. In poche parole perché conosce la ricetta.

Il trucco c’è. Ed è il fatto che una pagina potente in fatto di storytelling, ossia capace di raccontare la quotidianità di qualcuno, deve affrontare prima di tutto un punto, quello di sospendere l’incredulità di chi legge, il principale fattore di rischio per chiunque reciti facendo fiction. Senza dimenticare che la pagina in questione è fiction allo stato puro, e girata alla grande.

Sono sempre di più i personaggi che si rivolgono ai social manager. Basti pensare ai noti Aldo, Giovanni e Giacomo, divertentissimi sì, ma tanto da raggiungere oltre 17 milioni di visualizzazioni sul loro canale YouTube? Simpatici, ma il merito è stato di Manfredi Perrone, che con la sua Yam112003 ha creato contenuti allettanti per il pubblico.

Vittorio Sgarbi, critico d’arte fuori dagli schemi, famoso per la sua schiettezza, è anche lui così social. Il ringraziamento va a David Guido Pietroni, suo produttore da anni, ma ormai avvezzo nel settore facebookiano.

Lo stesso Presidente Obama, ha creato un nuovo profilo Facebook più istituzionale. In pochi giorni un gruppo di 20 social manager gli ha permesso di essere più vicino ai cittadini ricevendo subito quasi 2 milioni di like.

Ma cosa spinge tutte queste star a districarsi tra Facebook, Twitter e co? Spesso questi strumenti permettono di riavvicinare a un buon numero di persone quelle stelle che ormai brillano sempre meno, magari perché al termine della propria carriera. Morandi stesso sembrava aver attaccato il microfono al chiodo, ma la freschezza restituita dagli amici di Facebook gli ha permesso di affrontare a testa alta l’impresa record del tour Capitani Coraggiosi, insieme all’amico Baglioni.

Quello che si racconta poi dipende dal target che si vuole raggiungere. Pensiamo a Cristiano Ronaldo, chi lo ammira sono ragazzi e bambini. Infatti il suo profilo è gestito come quello di un eroe, un gladiatore che sia da esempio per i piccoli, della serie “da grande sarò come lui!”. Lady Gaga, essendo un personaggio eccentrico e bizzarro, punta su post ironici, sottili e fuori dalle righe.

E la politica nostrana? I politici sguazzano tra i social, qualcuno è più “fai da te”, ma altri si affidano a squadre di esperti. I più attivi sono Renzi, Grillo e Salvini. Tutti post a metà tra autopromozione e proposte. Chi li scriverà?

Gli esempi sono molti. Tuttavia, chiedendo agli addetti ai lavori chi vince tra i progetti social, la risposta è tutt’altra: i più riusciti sono gli unbranded come Lercio e Chiamarsi Bomber.

Simone Giallonardo

Simone Giallonardo è nato nel 1993. Ha conseguito la maturità classica. Attualmente frequenta il corso di laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi Roma Tre. Collabora con alcuni giornali locali. Attivo da sempre nel sociale, dal 2011 è Presidente del Consiglio Comunale dei Giovani di Capena (Rm).