Aut Laud: raccontarsi ad alta voce leggendo le più belle frasi degli scrittori

“Ogni lettore, quando legge, legge se stesso”. C’è molta verità in questa affermazione di Marcel Proust. Può capitare di leggere qualcosa in cui rivediamo un’esperienza passata o presente della nostra vita. Spesso nelle parole di uno scrittore riconosciamo le nostre stesse idee, espresse in modo chiaro e pieno di significato, come forse noi non saremmo mai riusciti a fare. Ecco perché alcune volte usiamo le citazioni prese in prestito dai libri per esprimere i nostri stati d’animo e le nostre emozioni. Questa è il pensiero che sta dietro ad Aut Laud, progetto creato e ideato da Pietro Micci, attore marchigiano diplomatosi all’Accademia dei Filodrammatici di Milano.

Aut Laud è un sito che raccoglie brani letterari letti ad alta voce da Micci e altri attori su richiesta di chiunque abbia un passo di un libro sottolineato perché significativo e rappresentativo della loro persona. Partecipare è molto semplice: basta selezionare il brano, fotografarlo o trascriverlo e mandarlo all’indirizzo e-mail del sito ([email protected]) insieme alla motivazione del perché quelle parole siano così importanti da desiderarne una registrazione. La motivazione dovrà essere sia scritta che registrata dalla voce del richiedente, così che Micci possa inserirla prima della sua lettura.

Il progetto di Aut Laud è nato nel settembre 2016, quando Micci, mettendo a posto la propria libreria, ha ritrovato numerosi passaggi sottolineati che raccontavano la sua personalità e le emozioni provate in situazioni passate. Da lì, attraverso i libri da lui letti, ha ricostruito una mappa della sua personalità e ha pensato che potesse essere una bella idea da condividere con altre persone che si ritrovano e si riconoscono nelle parole degli scrittori. Al tempo stesso, Micci ha voluto valorizzare la lettura ad alta voce (da cui deriva anche il nome del progetto, trascrizione letterale della pronuncia dell’inglese out loud) che, per sua esperienza personale, riesce a garantire una maggiore attenzione e concentrazione, portando a valorizzare di più quanto si legge.

Ma Aut Laud è anche un modo per scoprire la propria di voce, elemento che contraddistingue l’unicità dell’individuo proprio come le impronte digitali. Infatti, Micci chiede sempre che a leggere i brani siano le persone che li mandano, ma la sua richiesta è spesso declinata dai partecipanti per timidezza o perché la voce non è ritenuta adatta. L’attore, invece, cerca di sollecitare le persone a leggere almeno la motivazione poiché è importante che ognuno di noi si abitui ad ascoltare la propria qualità vocale che già ci racconta qualcosa della nostra personalità.

Aut Laud è un progetto collettivo, ma non da tutti poiché richiede la condivisione di qualcosa di molto intimo come può essere il rapporto che ciascuno di noi ha con le proprie letture. Ci sono alcune persone che, pur apprezzando l’idea, sono frenate dalla possibilità di parteciparvi per paura del giudizio sulle proprie scelte o per le difficoltà incontrate nello scoprire la propria personalità. Eppure, nel momento in cui si riescono a superare i propri freni, si ha la possibilità di condividersi con altre persone in maniera molto più vera e autentica di quanto siamo generalmente portati a fare. Inoltre, è un modo di omaggiare la letteratura in uno dei suoi significati più profondi: comunicare le qualità umane che ci accomunano, nonostante tutte le differenze che possiamo riscontrare.