Arte e editoria: Il ministro Franceschini presenta la mostra su Aldo Manuzio

Questo pomeriggio (8 febbraio) in via del Collegio Romano a Roma (dove è la sede del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo) il ministro Dario Franceschini presenterà la mostra intitolata Aldo Manuzio. Il Rinascimento di Venezia, che vedrà protagonista il famoso stampatore e editore vissuto a cavallo tra XV e XVI secolo, nativo di Bassiano nel Lazio, e al tempo stesso la città che anche grazie al suo contribuito poté affermarsi come uno dei principali se non il principale centro europeo della stampa e dell’editoria nel Cinquecento, primato reso possibile sì da una grande disponibilità finanziaria, ma anche da una radicata tradizione di tolleranza (che spesso poneva la Repubblica di fronte a duri contrasti con la Chiesa di Roma) e dal livello piuttosto elevato, per quei tempi, di alfabetizzazione maschile. Si trattò insomma di una delle stagioni più felici di tutta la storia della gloriosa Serenissima.

La mostra, affidata alle cure di Giulio Beltramini, Davide Gasparotto e Giulio Manieri Elia, verrà allestita nei locali delle Gallerie dell’Accademia della città lagunare, dove l’attività di Manuzio sarà raccontata attraverso i dipinti del Carpaccio, di Giorgione, di Lorenzo Lotto, di Tiziano e di altri artisti che segnarono il Rinascimento veneziano. La mostra verrà inaugurata il 19 marzo e rimarrà aperta ai visitatori per tre mesi, sino al 19 giugno.

Celebrare Aldo Manuzio e la sua attività significa celebrare il primato tecnico e culturale veneziano, ma significa anche celebrare la tradizione culturale dell’Occidente a partire dal mondo classico, che proprio all’epoca dell’Umanesimo e del Rinascimento fu oggetto di un rinnovato interesse: “Manuzio”, così nel comunicato stampa relativo alla mostra “riuscì a immaginare e realizzare il suo straordinario programma che per la prima volta prevedeva di rendere disponibili al pubblico degli studiosi e di letterati del suo tempo i grandi classici della cultura greca, da Omero ad Aristotele, da Sofocle a Euripide a Tucidide, per poi raccogliere i testi latini da Virgilio a Cicerone, da Orazio a Ovidio, a Catullo, a Properzio, Lucrezio, Giovenale, Marziale, e ancora ebraici e italiani della nuova letteratura in volgare. Proprio grazie a Manuzio e alla sua collaborazione con Pietro Bembo, il volgare si affermava, accanto al latino, come la lingua della contemporaneità in tutta Europa, confermandosi tale secondo il canone che elesse Dante, Petrarca e Boccaccio come modelli”.

Enti promotori sono lo stesso Ministero e il Comitato per il V Centenario della morte di Aldo Manuzio, celebrato lo scorso anno 2015.

Per maggiori info: http://www.mostraaldomanuzio.it

Marco Testa

Cresciuto nell’isola di Sant’Antioco, ha compiuto studi storici e archivistici parallelamente a quelli musicali. Già collaboratore della cattedra di Bibliografia musicale del Conservatorio di Torino, docente presso l’Accademia Corale “Stefano Tempia”, collabora con festival e istituti di ricerca. Autore di saggi e articoli, lavora presso l’Archivio di Stato di Torino ed è critico musicale di “Musica” e de “Il Corriere Musicale”.