ArT in PiLls: la quotidianità olandese di Pietr de Hooch

Non sono una grande appassionata di calcio, ma mi ricordo che da piccola quando vedevo in televisione le partite dei mondiali, tifavo le squadre scegliendole in base ai colori della maglia. Dall’Itali, passavo magari alla Germania, all’Inghilterra, al Brasile, però quando scendeva in campo l’Olanda con quella sua casacca arancio…, ecco da quel momento in poi, che vincesse o perdesse, tifavo sempre Olanda. Non so per quale motivo mi piacesse tanto la maglia della squadra olandese, ma quel colore acceso, tra il ghiacciolo all’arancia e una carota, mi ha sempre affascinato, come, del resto mi ha sempre incuriosito l’arte dell’Europa di quella zona.

In particolare oggi vorrei raccontarvi di un artista olandese vissuto nel Seicento, potreste pensare a Vermeer, ma ho deciso di parlarvi di Pietr de Hooch e di uno dei suoi quadri che narrano, con forme e i colori, la quotidianità della vita olandese nell’epoca barocca. La tela scelta è un olio su tela dal titolo Cortileolandese (Uomo che fuma e donna che beve in un cortile), che de Hooch dipinse tra 1658-1660, conservato oggi al Mauritshuis all’ Aja. P. de Hooch studiò pittura ad Haarlem, grazie al suo maestro Nicolaes Berchem, poi si trasferì all’Aia, ad Amsterdam, Delft e Leida. I quadri di de Hooch rientrano nella tipologia della pittura di genere e hanno per protagonista la borghesia olandese del Seicento ritratta in scene di vita domestica e familiare.

Il quadro presenta un interno di un cortile di casa olandese. Nella parte destra si nota l’alta parete in mattoni della casa olandese con ante rosse e grandi finestre che lasciano penetrare la luce negli ambienti interni. L’edificio sembra ancora più maestoso grazie alla piccola bambina/serva che l’artista inserisce in primo piano a destra. La figurina mignon indossa gli abiti tipici dell’epoca e osserva con attenzione e in rigoroso silenzio la scena che si sta svolgendo dall’altra parte. Dietro di lei, l’architettura prosegue con una porta di accesso al cortile oltre la quel si intravedono i fusti degli alberi e termina con una staccionata in legno. La diversità dei materiali delle architetture è resa con cura e perfezione da de Hooch che definisce, come noterete osservando la pavimentazione color ocra, con cura minuziosa ogni singola piastrella che compone il pavimento del cortile, i mattoni dei muri dove si notano anche le linee di fuga grigie che rappresentano la malta che serve ad unirli, o ancora le venature delle assi di legno a sinistra. Se si osserva il quadro da destra a sinistra si nota una sorta di moto discendente, dall’alto al basso, delle strutture architettoniche che hanno funzione scenografica. Nello sfondo si scorgono le rigogliose chiome degli alberi che lasciano spazio al cielo azzurro e a quello spuntone di architettura, forse essere il campanile di una chiesa, che ha un gallo sopra la sua punta.

Nella parte sinistra del quadro, in secondo piano, come se l’artista volesse sottolineare l’intimità domestica della scena ritratta, c’è una coppia – marito e moglie- intenta a vivere un momento di pacifica tranquillità casalinga. In piedi si nota la donna, con indosso i tipici abiti seicenteschi olandesi (gonna rossa lunga, casacca, grembiule azzurro e cuffietta) caratterizzai da colori intensi e accesi, in particolare la gonna rossa, non solo richiama l’anta della finestra a destra, ma è così lucente che l’occhio dell’osservatore ne rimane ammaliato. La donna sta sorseggiando una bevanda ambrata (birra o tea) da un alto bicchiere in vetro che ci permette di vederne il contenuto. Accanto a lei seduto in completo rilassamento c’è un uomo in abito scuro che fuma in pace la sua pipa. Il drappo che riveste la sedia e la giubba appoggiata sulla staccionata dietro al padrone di casa, uniti ai vestiti sobri e ordinati, come il resto dello spazio, ci fanno capire che la famiglia è benestante. La cura per il dettaglio da parte dell’artista la si nota anche dal tavolino tra le due figure sul quale si vedono, ben definite nelle loro forme, un’altra pipa bianca e una brocca metallica nella quale, con molta probabilità, si trova la stessa bevanda sorseggiata dalla donna. Non si può negare che in questo dipinto, e anche in altri, di de Hooch sia evidente l’influenza della compostezza ordinata e della cura del dettaglio tipica di Vermeer, però c’è un richiamo anche a Rembrandt per certe soluzioni riguardanti la luce e la luminosità che qui permea in modo completo e totale la scena in esterno. L’atmosfera del dipinto è caratterizzata da una luce soffusa, calda, avvolgente, che ammanta ogni singolo elemento presente nel quadro e lo fa sembrare quasi uno scenario incantato, tanto è perfetto e pacifico.

L’artista ritrae una scena di vita familiare permettendo, a chi osserva, di addentrarsi nell’intimità di una casa privata olandese attorno alla metà del XVII secolo. Nella tela non c’è comunicazione tra i soggetti presenti, ma si comprende alla perfezione la volontà da parte di de Hooch di narrare i piccoli piaceri del vivere quotidiano che lui stesso vedeva ogni giorno. Pietr de Hooch in questo dipinto, come in altri ad esso contemporanei, dimostra una delicatezza nel raccontare il vivere quotidiano che abbandonerà quando, nel 1662, si trasferirà ad Amsterdam, dove adotterà uno stile pittorico più manierista e virtuoso, molto lontano dalla pacatezza presente in questo Cortileolandese.