Art in Pills e storiuncole: Franz Marc e l’animalizzazione dell’arte

di Viviana Filippini, in Arte, Blog, del 4 Ago 2018, 16:09

Art in Pills e storiuncole: Franz Marc e l’animalizzazione dell’arte

Franz Marc e la Volpe blu e nera

Addentriamoci un po’ nella pittura dell’Espressionismo tedesco, quella che tra i tanti obiettivipuntava ad un’arte in grado di esaltare in maniera profonda i sentimenti dell’animo umano e il modo in cui essi influenzavano la percezione della realtà. In dettaglio mi soffermo su un quadro di Franz Marc: Volpe blu e nera. Il dipinto è un olio su tela e venne realizzato da Marc nel 1911. Oggi lo troviamo al Von Der Heydt Museum di Wuppertal.

Il tedesco Marc (1880-1916), figlio di pittore, viaggiò molto in Europa ed ebbe la fortuna di incontrare artisti e di conoscere le diverse forme di arte presenti in Europa all’inizio del Novecento, proprio nel periodo delle Avanguardie. Tra i temi principali scelti dal pittore ci furono i paesaggi e soprattutto gli animali, perché per Marc gli animali erano l’ideale metafora per la rappresentazione dei valori della purezza, della sensibilità e dell’innocenza. Il pittore tedesco scelse gli animali per attuare quello spesso definito il processo di animalizzazione dell’arte, nel quale il mondo non è più rappresentato attraverso un sguardo oggettivo, ma come l’artista vede l’animale e come l’animale percepisce il mondo stesso. Marc arrivò, in certi dipiniti, ad umanizzare l’animale donandogli tratti somatici simili a quelli degli esserei umani. Questo era un porre sullo stesso piano di valenza gli uomini e gli animali. Il pittore, oltre a fare un’arte esprimendo il proprio punto di vista personale (soggettivo), provava pure mettersi nei panni dell’animale stesso, cercando di dipingere la realtà come l’avrebbero potuta percepire gli animali stessi.

In Volpe blu e nera del 1911 ritroviamo queste volontà di Marc, ossia dare rappresentazione emotiva e soggettiva agli animali. In dettaglio, al centro della tela vediamo una volpe addormentata, caratterizzata da pennellate rapide e ordinate che non solo ne definiscono la forma, ma ne contraddistinguono in modo netto il pelo scuro, nel quale si alternano pennellate – o anche sfumature- di blu e nero. Spicca, in prossimità del sotto bocca, la parte del pelo candido e puro. L’animale, placidamente a riposo, è immerso in un paesaggio costituito da forme semplici ed essenziali e da campiture di colore (azzurro, verde, giallo, arancio e rosso) compatte, dove le sfumature sono poche e lievi. A destra della tela si nota un albero –anche se tagliato dall’inquadratura compositiva voluta dall’artista- del quale si intravedono il fusto marrone e la chioma verde che entra appena appena dall’alto.

I colori così forti non furono per Marc la semplice rappresentazione dei colori della realtà. Per il pittore tedesco stendere il colore era qualcosa che assumeva un valore più simbolico. Il colore non era quindi rappresentato in base a come la luce lo colpiva, Marc gli dava un valore emotivo e lo dipingeva come lo percpiva lui nel momento della realizzazione dal dipinto stesso. In questa Volpe blu e nera si ritrovano alcuni colori importanti per Marc: c’è il blu nella volpe a rappresentazione del principio maschile e di quello spirituale. Dietro notiamo il giallo che il pittore riconduceva al concetto femminile, gentile, allegro e sensuale. E non manca il rosso (qui però è poco presente, a prevalere è l’arancio) considerato come colore brutale e opprimente, contro il quale il blu e il giallo dovevano schierarsi in modo compatto.