Francesco Sturaro

Nel presente, Greta è una giovane donna addolorata per la morte della nonna Giovanna, non solo, ma la ragazza è la protagonista del romanzo di Francesco Sturaro, Il Gigante dal cuore di panna, edito da biancaevolta edizioni. Quando il fidanzato torna dai suoi viaggi di lavoro, Greta gli racconta della morte avvenuta così all’improvviso, del vuoto che sente e di come la nonna, quando lei e i cugini erano piccoli, raccontava loro sempre tante storie.

Tra di esse Greta ricorda quella dedicata al Gigante con il cuore di panna. Questo elemento fa scattare un flashback narrativo che ci porta nella Varsavia del 1940, quando la città era dominata, purtroppo, dai rastrellamenti nazisti, dal ghetto dove stavano rinchiusi gli ebrei e dalle brutali uccisioni attuate dai soldati tedeschi nei loro confronti.

La storia si concentra sulla piccola Asia, che assiste al brutale, e insenato, assassinio dei genitori. La ragazzina resta sola, non ha nessuno e di lei si prende cura Bodo, un omone cupo, barbuto, dal passato oscuro, che la prende sul suo misero carretto e la porta a vivere nella sua capanna nel bosco.

Dopo una iniziale riluttanza, tra Asia e Bodo si sviluppa una profonda amicizia, una forza vera e propria che permette alla ragazzina di continuare a vivere, nonostante i drammatici ricordi. La tragedia del regime nazista sembra lontana, ma essa si ripropone quando, un giorno, passando vicino al ghetto, dalle fessure delle mura escono mani – adulte e bambine – a chiedere aiuto (cibo e acqua) e mani che donano, non oggetti, ma i bambini da salvare. Bodo non vorrebbe accettare altri piccoli, ma il suo cuore brusco, si ammorbidisce grazie ad Asia e ai nuovi arrivati.

Questo dà origine ad una famiglia allargata, dove si intrecciano storie di vita di bambini rimasti soli al mondo, legati ad un oggetto (il violino del nonno ritrovato per puro caso) che per loro rappresenta la speranza per il domani e sanno che il legame con un passato che non tornerà più, ma resterà solo un ricorso, oppure altri che vivono grazie ad un desiderio di poter ritrovare gli affetti di un tempo.

Dal tempo bellico, il romanzo di Sturaro torna nel presente dove, al funerale della nonna, Greta incontra una gruppo di anziane persone che non sono poi così diverse e lontane da quei ragazzini protagonisti della storia del Gigante dal cuore di panna e della piccola Asia, che la nonna le raccontava quanto era bambina.

Il Gigante dal cuore di panna è un romanzo che narra sì il dramma vissuto dalla popolazione ebraica di Varsavia durante la guerra del 1940-45 ma, allo stesso tempo, mette in campo temi diversi come la lotta per la sopravvivenza, la maturazione forzata e rapida alla quale Asia e i suoi compagni di avventura sono sottoposti. Non solo, perché nel libro si tratta anche il tema di come il pregiudizio (in questo caso verso Bodo) possa portare a giudicare le persone semplicemente dal loro aspetto fisico o da quello che si è sentito dire, senza sapere come loro sono veramente, o ancora i temi della fame e precarietà esistenziale determinta dal conflitto.

Il romanzo di Sturaro è un libro dove l’amicizia si costruisce giorno dopo giorno, come legame fondamentale tra i personaggi, il tutto per affrontare lo sconosciuto domani.

Il Gigante dal cuore di panna, è un libro per fare memoria, per non dimenticare le vittime innocenti dell’assurda violenza nazista che, in questo caso, ha privato i protagonisti, delle loro famiglie, ma non dell’amore e della riconoscenza verso la vita.

Francesco Sturaro è nato nel 1973 a Conselve, cittadina in provincia di Padova, dove ancora risiede. Diplomatosi al liceo scientifico,si è poi laureato in Storia all’università Ca’ Foscari di Venezia. Giornalista pubblicista, ha collaborato con varie testate locali ed è ora specializzato nella redazione di notiziari comunali e periodici di informazione. È autore di Provvidenza gusto menta e Amore a radiocomando per gli stessi tipi.