Apple lotta con l’Fbi e intanto prepara la sede grande come 100 campi da calcio

Per la prima metà del 2017 è prevista l’apertura della nuova sede di Apple, l’“astronave”, annunciata da Steve Jobs il 7 giugno 2011, pochi mesi prima della sua morte, alla conferenza WWDC.

I lavori coinvolgono più di 4000 operai, e lo stupore arriva non solo per la grandezza del campus e per le sue strutture tecnologiche avanzate, ma anche per la fatica di muratrici che non sfigurano affatto lavorando accanto ai colleghi uomini.

Il progetto è ambizioso, e la struttura corrisponderà a una superficie di 712 mila metri quadrati, per ospitare 13 mila dipendenti. La circonferenza dell’edificio principale sarà di 1,6 chilometri; l’area del ristorante si estenderà per oltre 5 mila metri quadrati, comprendendo 2.8000 posti a sedere; sarà presente anche l’aera fitness, che occuperà più di 9000 metri quadrati e l’auditorium per il lancio dei nuovi iPhone o iPad avrà mille posti a sedere, dispiegandosi su oltre 11 mila metri quadrati. In più vi sarà la presenza di 8 mila alberi diversi, tra ciliegi, meli pruni e albicocchi. Rispettando l’ambiente, la struttura sarà autosufficiente dal punto di vista energetico e produrrà da sola il 75% del fabbisogno energetico, con 65 mila metri quadrati di pannelli fotovoltaici.

“Il diametro dell’edificio principale misura più dell’altezza dell’Empire State Building. La base del Pentagono misurata attraverso i suoi punti più lontani, invece, si adatterebbe all’interno dell’anello centrale”: così il responsabile del progetto Apple Campus 2, Dan Whisenhunt, dà un accenno al “Corriere della Sera” della struttura ancora in costruzione.

Le aziende italiane stanno partecipando attivamente al progetto: Permasteelisa, multinazionale leader mondiale nell’installazione di facciate continue, di Treviso, ha impiegato le sue energie nella costruzione dei canali di gronda, delle tettoie e di altri elementi per la copertura, (che ha permesso alla multinazionale di mantenere un tasso di crescita dell’occupazione del 2%, contro il calo del 25% delle altre aziende dello stesso settore). La Cimolai Technology, azienda veneziana, ha fornito le gru (che danno un’immagine imponente alla struttura in costruzione, data la loro altezza che ruota all’incirca attorno ai 21 metri) e i manipolatori per l’installazione delle vetrate della struttura (prodotte dall’azienda tedesca Seele). Il lavoro è stato portato avanti da 4 macchine con sei ruote gommate, alte 21 metri e con un peso di 50 tonnellate. L’installazione di vetrate di 45 metri quadrati ha rappresentato una vera e propria sfida, e lo conferma Fabio Stramanà, direttore tecnico della Cimolai Technology, al “Corriere della Sera”: “Montare vetri di 45 metri quadrati è per noi inusuale. Solitamente movimentiamo vetri da centinaia di chili, mentre in questa occasione ciascuno pesava quattro tonnellate”. Infine l’azienda Estel, con sede a Vicenza, procurerà arredo d’ufficio e pareti in cristallo per suddividere gli ambienti di tre metri, che forniranno un’uscita sicura nel caso in cui si dovesse presentare il pericolo di terremoti del settimo grado Ritcher. (Grazie al progetto, l’azienda Estel ha potuto assumere più di venti persone, tra ingegneri e progettisti).

Una struttura tecnologica, moderna, avanzata, ecologica: questo sarà il nuovo campus della Apple dalla prima metà del 2017.

Redazione

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