Un Premio Strega alla memoria di Curzio Malaparte a 60 anni dalla sua scomparsa

Il nome di Curzio Malaparte non è forse particolarmente noto al pubblico italiano. Eppure Malaparte, scrittore neorealista vissuto tra il 1898 al 1957, fu un personaggio chiave nel panorama culturale dell’epoca, nonché controverso. A distanza di sessant’anni dalla sua morte, lo scrittore è però al centro dell’attenzione per due motivi. Il libro Malaparte. Morte come me (di Rita Monaldi e Francesco Sorti), una delle opere rientrate fra le dodici semifinaliste al Premio Strega, tratta appunto di alcune vicende biografiche dell’autore sotto forma di giallo; inoltre, proprio in occasione di una delle presentazioni del libro, è nata l’idea di una raccolta firme affinché gli venga assegnato un Premio Strega alla memoria. I firmatari sono già più di cento.

Un premio che tenta in qualche modo di ristabilire una riconciliazione tra il discusso scrittore pratese e il mondo letterario italiano, dopo decenni in cui la sua figura è stata in gran parte estromessa persino dalla memoria, tant’è che l’autore è molto più celebrato all’estero che nel nostro Paese. I motivi che sottostanno a questa specie di damnatio memoriae risiedono nel fatto che Malaparte fu un personaggio burrascoso e contrario, che legò il suo pensiero al fascismo degli esordi, ma, disilluso dalle promesse mancate di miglioramento sociale, si avvicinò in seguito al Partito Comunista, sebbene entrambi i fronti non riuscirono mai ad apprezzarlo, perché figura comunque critica e difficile a schierarsi del tutto.

Non lo rendeva simpatico ai più anche la personalità descritta come narcisista e provocatoria, un dandy tutto italiano che non convinceva per questo approccio intellettuale indipendente: era difficile incasellarlo negli schemi della destra e della sinistra italiane. Proprio per questo suo carattere istrionico, Leo Longanesi (con cui ideò il movimento letterario e culturale Strapaese) affermò riguardo a Curzio Malaparte: “A un matrimonio vuole essere la sposa, a un funerale il morto”.

Nelle ultime settimane, Malaparte è tornato, grazie alla raccolta firme, sotto i riflettori. Lo scrittore è protagonista di una riscoperta editoriale da parte di Adelphi, che ne ha ripubblicate le opere, tra cui le più famose – anche se, come dicevamo, perlopiù oltre il confine – sono Kaputt, Il Volga nasce in Europa e La pelle. Tra i firmatari si trovano molti esponenti della cultura e dell’accademia, ma anche la stilista Anna Fendi, le attrici Piera degli Esposti e Lunetta Savino e la regista Liliana Cavani, che traspose in film il suo romanzo La pelle.