Intervista a Matteo Cuturello, fondatore del social network ReadBook.it

Readbook.it è una community dedicata alla lettura che ricorda, almeno nella grafica, il Social Network più famoso del mondo, Facebook. Nella definizione del sito, i suoi fondatori, un gruppo di studenti dell’università Cattolica di Milano, si sono lasciati ispirare proprio da Zuckerberg, sebbene gli obiettivi perseguiti siano ben diversi: avvicinare i giovani alla lettura, tanto per cominciare, e poi consigliare, recensire e commentare libri. A circa un anno dal lancio del sito, Matteo Cuturello, uno dei creatori, ha fatto il punto della situazione e ci ha rilasciato questa breve intervista…

  • Come nasce l’idea di fondare una Community sui libri?

Readbook è nato come progetto di campagna pubblicitaria non commerciale per l’esame di psicologia sociale, lo scorso anno, quando io e i miei compagni eravamo al primo anno del corso di Comunicazione e Società (scienze della comunicazione) all’Università Cattolica di Milano. Ho unito la passione per la cultura con ciò che so fare, realizzare siti web, ed è nato Readbook. Ad oggi al progetto lavorano altre 5 persone, oltre a me.

  • Quali sono gli obiettivi che si pone ReadBook?

Readbook ha come obiettivo la riscoperta della cultura attraverso la lettura, il primo passo che – spero – possa portare a un cambiamento in positivo della nostra società. È un po’ ambizioso, ne siamo consapevoli.

Ad oggi abbiamo circa 2000 utenti iscritti al sito e altrettanti fan sulla nostra pagina Facebook.

  • Di quali strumenti vi avvalete per la diffusione del sito e per ottenere nuove sottoscrizioni?

Lo strumento migliore è il passaparola. Soprattutto in questo ambito, lo scambio di opinioni tra i nostri utenti e i loro conoscenti per noi è fondamentale. Poi, certo, ci affidiamo a campagne di advertising e a comunicati stampa che vengono pubblicati (e non smetteremo mai di ringraziare quanti, come voi, lo fanno) da siti di news locali e nazionali.

  • Su quali tematiche gli utenti del sito si confrontano più di sovente?

Le recensioni pubblicate dai nostri utenti vanno forte, da sempre. Ogni utente ha la possibilità di creare gruppi di discussione e chiunque ne può prendere parte. Anche la poesia e le citazioni, al momento, sono un “trend topic” di Readbook.

  • C’è un genere letterario o dei titoli che vengono più spesso citati o commentati?

La narrativa, come si può immaginare, è il genere che prende la fetta maggiore di commenti.

  • Ad un anno di attività circa, quali risultati sono stati raggiunti?

Abbiamo avuto una grande risonanza da parte dei media. Siamo stati ospiti in una radio locale, Radio Punto, dove da settembre curiamo una rubrica settimanale. Anche un tg locale ha parlato di noi e poi tanti, tanti articoli. Siamo stati alla Giornata della giovane imprenditoria a raccontarci e qualche settimana fa siamo andati a Bologna, a portare la nostra testimonianza in una scuola superiore davanti a circa 300 ragazzi, in una giornata organizzata dall’Istituto Toniolo, l’Ente fondatore della nostra università.

  • Quali sono le prospettive di ReadBook per il futuro? Ci sono iniziative o novità in programma?

Readbook è una realtà che continua a crescere. Abbiamo già online due nuovi siti, uno dedicato alla compravendita da parte di privati di libri usati, anche scolastici e universitari; uno dedicato alle recensioni delle librerie, dei bookshop e delle biblioteche presenti in Italia. BookShopper.it il primo, ReadAdvisor il secondo.

Abbiamo in cantiere altri servizi da rilasciare per i nostri utenti, non posso dire molto altro in merito però!

  • Cosa pensa della pagina Facebook “Year of Books”, fondata da Zuckerberg?

Trovo sia una bella iniziativa, anche se sono abbastanza scettico. Come può essere una community “libera” se i libri di cui discutere vengono decisi dagli admin della pagina? E poi, una pagina che ha già migliaia e migliaia di fan, i quali credo inviino i propri suggerimenti di lettura, come può dare spazio a tutti? E, ancora, siamo sicuri che tra poco la pagina non diventi una “vetrina” per le grandi case editrici, disposte a pagare pur di far parlare dei loro titoli?

Ecco, se posso, tutti questi problemi sono risolti in Readbook: ognuno è libero di creare quante discussioni desidera sui temi che più stanno a cuore.

  • Quali strumenti o iniziative potrebbero essere utili per incentivare la lettura in Italia?

La lettura non deve essere vista come un obbligo. Pensate alle letture che a scuola vengono assegnate come compito, con una data di scadenza. Spesso e volentieri non si ha il modo, il tempo e il gusto di leggere, se ci si sente con il fiato sul collo. Leggere deve essere un piacere, proprio come andare al cinema o uscire a cena con gli amici.

Redazione

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