Chipgate in casa Apple?

di Simone Giallonardo, in Viaggio, del 13 Ott 2015, 12:30

iPhone 6S, l’ultimo modello di casa Apple, nasconde un segreto sotto la sua scocca. Il nuovo melafonino viene venduto con due chip SoC differenti, APL0898 di Samsung realizzato con processo produttivo a 14-nm e APL1022 di TSMC realizzato con processo produttivo a 16-nm. I due processori sono diversi in dimensioni e alcuni esperti avevano già prospettato che sarebbero stati differenti anche nelle prestazioni.

Secondo i primi test pubblicati da MyDrivers sembrerebbe proprio di sì. Il processore di TSMC risulta più performante rispetto al modello di Samsung, nonostante sia prodotto in modo meno raffinato. L’Apple A9 APL1022 di TSMC infatti ha un vantaggio prestazionale di qualche punto percentuale, non così evidente nell’utilizzo quotidiano, ma che nei test si ripete costantemente.

TSMC ha prodotto, inoltre, un Soc meno caldo rispetto a Samsung (37,4°C contro 40,5°C). Un processo produttivo meno evoluto avrebbe dovuto portare ad una minore efficienza. Durante i test, tuttavia, con lo stesso tipo di utilizzo e gli stessi punti di luminosità, il processore di TSMC ha consumato meno batteria rispetto all’unità di Samsung ed ha dissipato meno calore.

Il punto di forza della polemica contro Apple, comunque, è proprio il fatto che con il chip prodotto da TSMC riesce ad ottenere risultati superiori dal 6 al 22% rispetto al modello Samsung, in termini di consumo energetico. Da sottolineare che questi risultati sono dovuti a test incentrati sul consumo di CPU, limitando tutte le altre funzionalità. A difesa del neonato cellulare è scesa in campo proprio la casa di Cupertino che in un proprio comunicato dichiara: «con il chip A9 progettato da Apple, sui vostri iPhone 6S e iPhone 6S Plus avrete il chip per smartphone più avanzato al mondo. Ogni chip che integriamo nei nostri prodotti soddisfa gli standard più elevati di Apple in modo da offrire prestazioni incredibili e fornire una grande durata della batteria, a prescindere dal modello, dal taglio dello storage o dal colore.» E rilancia una frecciata anche a chi punta il dito sull’efficienza della batteria chiarendo che «i test di laboratorio effettuati con un continuo carico computazionale pesante fino all’esaurimento della batteria non sono rappresentativi delle condizioni d’uso reali del dispositivo, visto che si forza per un periodo di tempo irrealistico lo stato di più alto livello per le performance della CPU. È un modo fuorviante di misurare la durata della batteria se si considerano le condizioni più realistiche. I nostri test e i dati che abbiamo raccolto dai nostri clienti mostrano che l’effettiva durata della batteria di iPhone 6S e iPhone 6S Plus varia nell’ordine del 2/3% da un modello all’altro, anche tenendo conto delle differenze di componenti».

Intanto si è alzato il polverone tra i possessori di chip Samsung che si lamentano di un’autonomia non all’altezza delle aspettative ed altri che invece non hanno riscontrato il problema. Entrambi i processori, tuttavia, mostrano buone prestazioni e ai vertici della categoria, con alcune differenze notate solo dagli utenti più esperti. È una questione di fortuna, all’acquisto, infatti, non si può scegliere il chip model.

Insomma, sembra proprio la solita polemica che segue l’uscita dei nuovi modelli Apple. Eccessivo chiamarlo Chipgate?

Simone Giallonardo

Simone Giallonardo è nato nel 1993. Ha conseguito la maturità classica. Attualmente frequenta il corso di laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi Roma Tre. Collabora con alcuni giornali locali. Attivo da sempre nel sociale, dal 2011 è Presidente del Consiglio Comunale dei Giovani di Capena (Rm).