“Sotto il velo”, il graphic novel che sfata i pregiudizi sulla cultura del “diverso”

«Oh che caldo?»
«Togliti il velo, no?»
«Signo’, se tolgo il velo non nevica mica eh!»
«Certo, certo»
Tanta ironia. Un’ironia che di certo sorprende se viene da una ragazza musulmana che ha deciso di indossare il velo liberamente. Lei è Takoua Ben Mohamed, 25 anni, una giovane graphic journalist e sceneggiatrice, di origine tunisina trasferitasi a Roma da bambina, autrice del fumetto “Sotto il velo”. Il graphic novel, edito da Becco Giallo, è già un successo e la chiave di questo sembra proprio essere l’ironia. La matita racconta storie di vita quotidiana e vicende autobiografiche per far riflettere su un mondo che ha paura del diverso e che si basa su pregiudizi e comuni stereotipi sull’Islam e, in questo specifico caso sul velo.
Takoua ha scelto di indossare il velo all’età di 11 e da quel giorno è stata soggetta a pregiudizi, ma è stata anche oggetto di curiosità e domande assurde. «Ma ce l’hai i capelli?», «Porti il velo anche quando dormi?», «Porti il velo perché non ti lavi i capelli?», «Ma ci senti con il velo quando ti parlo?», «Ma ora che porti il velo vuol dire che ti sei sposata?». Il fumetto mette in evidenza i problemi e le difficoltà che deve affrontare una giovane musulmana tutti i giorni solo per il fatto di avere il velo.
Tuttavia i pregiudizi e la mentalità chiusa non caratterizzano esclusivamente la cultura ospitante, ma anche la sua cultura di origine. Non mancano infatti disegni nei quali i suoi correligionari criticano il modo di vestire, troppo occidentale e al passo con i tempi, ritenuto eccessivamente sexy. «Non è così che ci si copre. Vergognati!».
Dunque Takoua racconta la vita di una giovane di seconda generazione che lotta tra «due tradizioni, due madri-lingue»: tra la sua cultura di origine e la cultura della società nella quale vive. Un’eterna lotta all’integrazione che sembra veramente dura da vincere. Ma Takoua è ottimista: «Non esistono due cultura che non hanno niente in comune, è proprio sui punti in comune che dobbiamo lavorare per costruire il dialogo e la convivenza».
Takoua Ben Mohamed ha sempre avuto la passione per il disegno e i fumetti ed è stato proprio il padre a incoraggiarla a dare il via ad un progetto sul web per combattere gli stereotipi. Così è nato nel 2005 Fumetto intercultura, un graphic novel che rievoca le lotte della primavera araba e racconta storie reali di discriminazioni che rendono difficile il processo di integrazione. Ma la formula è sempre quella: tanta ironia.