Da #ioleggoperché al bonus lettura, le iniziative che non durano

Si parla di #ioleggoperché, si parla di bonus lettura, si parla di buoni-libri da distribuire agli studenti. Le iniziative non mancano e sono tutte volte ad aumentare i lettori.

#ioleggoperché è il progetto più concreto, reale e imminente. I social traboccano di discussioni in merito. I messaggeri si incontrano virtualmente per prepararsi al grande evento che li vedrà protagonisti il 23 aprile. Si discute sui titoli selezionati (24, diciamolo, sono un po’ pochini) che verranno donati dai lettori ai non lettori in tutte le piazze, treni e scuole d’Italia.
È un progetto dinamico, coinvolgente, adatto ai giovani e stimolante per gli adulti. Ma in parte limitato. Limitato nei titoli, limitato nei generi, forte l’operazione di marketing, ma appare debole l’approfondimento culturale, citando il nostro articolo precedente: “L’insegnamento di cultura e amore per la lettura non passa per l’imposizione di un volume, che magari non verrà mai aperto, ma nasce con iniziative che favoriscano l’ampliamento della propria voglia di critica e conoscenza, lasciando a ciascuno la libertà di scegliere il canale che ritiene più opportuno, sia esso in prosa o in versi”.
Valido il coinvolgimento di scuole e atenei, validissimi i gruppi di lettura che, però, sembrano riservati ai già appassionati. Ma ricordiamolo: i destinatari delle iniziative sono i non lettori.

Il bonus lettura è ancora un mistero. È una proposta avanzata dalla Filiera della Carta e della Grafica che prevede uno sconto sui libri per i giovani fino ai 25 anni. Iniziativa controversa: gli amanti della parola scritta che rientrano nella fascia d’età non vedono l’ora che diventi realtà, mentre gli over 25 sembrano infastiditi per il fatto di essere esclusi. Alcuni la reputano un buon incentivo in virtù del fatto che uno studente non può permettersi troppi libri, o addirittura nessuno; altri ancora sbeffeggiano l’idea convinti che chi vuole veramente leggere, il libro se lo compra…

Queste le iniziative ufficiali, affiancate come sempre da idee modeste o semplicemente di nicchia che non vengono urlate con gli altoparlanti. Abbiamo recentemente parlato dei buoni-libri come premi per gli studenti meritevoli e meno abbienti, in sostituzione e/o in aggiunta al bonus economico. Un buon metodo − che tutte le scuole dovrebbero adottare, e qualcuna già lo fa − per indirizzare i giovani verso un ulteriore oggetto di svago, perché il libro è anche questo.

Ma cosa manca a iniziative come #ioleggoperché e il bonus lettura? La longevità.
Dopo il 23 aprile rimarranno solo dei libri regalati che non siamo nemmeno certi saranno letti. Se mai il bonus lettura verrà approvato (ma inizio a dubitarne) cosa accadrà una volta esauriti i propri 100 euro di sconto? Gli stessi che hanno approfittato del vantaggio abbandoneranno nuovamente il mercato librario?

Cosa fare dunque per rendere la lettura attraente sempre?
Se per gli adulti, forse, c’è poca speranza, per i giovani non tutto è perduto. Quando la famiglia è carente, la scuola deve compensare.
Gruppi di lettura (volontari) nelle scuole potrebbero aiutare gli studenti a sviluppare un senso critico anche verso i libri di intrattenimento quotidiano. Perché leggere non vuol dire solo prendere un libro in mano e passare qualche ora. Ma vuol dire pensare, criticare, argomentare.
Forse noi sottovalutiamo il potenziale degli adolescenti dando per scontato che non vogliano impegnarsi, almeno io lo penso sempre. Ma forse sbagliamo. Forse a questi ragazzi occorre dimostrare che possono capire meglio il pensiero di Kant leggendolo, invece che dover (solo) ripetere a pappagallo, quel tanto che basta per passare l’esame, quello che altri hanno scritto in proposito. Che possono imparare a distinguere i vari generi letterari e stili narrativi leggendo anche Il Signore degli Anelli, ad esempio. O che possono approfondire quanto studiato in storia sulla società dell’Ottocento leggendo i romanzi di Dickens…

Federica Colantoni

Federica Colantoni nasce a Milano nel 1989. Laureata in Sociologia all’Università Cattolica nel 2013, pochi mesi dopo inizia il percorso di formazione in ambito editoriale frequentando due corsi di editing. Da dicembre 2014 collabora con la rivista online Cultora della quale diventa caporedattrice. Parallelamente pubblica un articolo per il quotidiano online 2duerighe e due recensioni per la rivista bimestrale di cultura e costume La stanza di Virginia.