ArT in PiLLs: L’angelo custode di Francesco Maffei

Pochi giorni fa in tv, su Rai 1, è andato in onda uno speciale con Alberto Angela che mostrava il Museo Egizio di Torino di notte. Ammetto che è stato curioso e affascinante vedere quel luogo in chiave notturna, e ho pensato all’emozionante visita guidata al buio che qualche settimana fa ho sperimentato a Verolanuova, un comune in provincia di Brescia. L’appuntamento è stato particolare, perché prevedeva un piccolo tour dentro alla seicentesca Basilica di San Lorenzo Minore, la chiesa parrocchiale di questo paese di provincia. Ok, io non vivo molto lontano dal luogo del quale vi sto raccontando e devo ammettere che la chiesa, strettamente legata alla famiglia dei Gambara (basta ricordare il pittore Lattanzio Gambara, la poetessa Veronica e il cardinale Gian Francesco) imparentata a San Carlo Borromeo, ha un fascino particolare sia alla luce del sole, che in piena oscurità. I bagliori di luce di quella serata ci hanno mostrato dettagli presenti nei dipinti e magari non sempre percepiti con la luce naturale e artificiale.

Vista da fuori la basilica ha uno stile molto rigido e sobrio. La sua superficie è completamente grigia e presenta elementi architettonici classici (colonne, architravi, timpani, pilastri classicheggianti) che richiamano il gusto barocco, ma qui non c’è eccesso, perché tutto appare molto lineare e semplice. Non so se sia un effetto voluto, ma questa purezza e semplicità formale esterna della chiesa è quella che la rende lo scrigno delle opere in essa conservate. Dentro l’edificio religioso, oltre ai marmi policromi, custodisce tele e affreschi che vanno dalla fine del Quattrocento, fino ai primi anni del Novecento. Il tutto origina una vera e propria galleria artistica temporale nella quale ciò che predomina è lo stile della scuola di pittura veneta del Seicento e del Settecento.

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L’angelo custode, Francesco Maffei, 1650, olio su tela, Basilica di San Lorenzo, Verolanuova

La basilica di San Lorenzo, devo essere sincera, è nota soprattutto per la presenza di due opere di Giambattista Tiepolo, due enormi teleri che rappresentano episodi biblico, La caduta della manna dal cielo e Il sacrificio di Melchisedech. Le due opere del maestro hanno sì un fascino particolare dato da quelle forme umane, paesaggistiche costruite attraverso il colore ma, senza nulla togliere al Tiepolo, dal mio punto di vista nella Basilica di Verolanuova ci sono altre opere molto belle e interessanti che mi piacerebbe raccontarvi.

In particolare oggi vi parlo del quadro L’angelo custode di Francesco Maffei, pittore vicentino di scuola veronese che apprese l’arte della pittura dai grandi maestri della scuola veneta di Jacopo Bassano, Tintoretto e Paolo Veronese. La tela è un dipinto ad olio realizzato attorno al 1650 e colpisce per la presenza di elementi in essa presenti, nel senso che attorno all’angelo custode si sviluppano a destra, a sinistra nella parte superiore della tela, diverse scene. Anche se diverse tra loro, in realtà le parti sono tutte collegate all’Angelo e alla sua funzione di protezione e guida nei confronti del suo protetto, in questo caso rappresentato dal bambino con la veste rossa.

In basso a sinistra c’è una zona del dipinto dove prevale il rosso, un colore che richiama l’inferno, ma anche tutte quelle situazioni che possono mettere a repentaglio l’integrità fisica e morale di una persona. In questo angolo si notano due figure, un satiro e un donna che regge una maschera. Queste due figure rappresentano la dimensione pagana della vita e il fatto, riprodotto dalla donna che sorregge una maschera, che a volte la realtà nella quale viviamo è ambigua, nel senso che non sempre la realtà che ci circondo è quella che vediamo e viviamo a prima vista.

In opposizione a ciò che rappresenta il peccato e la devianza e quindi ciò che è considerato appartenente alla dimensione del Male, Maffei dipinge, nella parte in basso a destra, tre figure femminili identificabili con le tre virtù teologali della Fede (abito rosso), Carità (abito bianco), Speranza (abito verde) ad indicare a chi osserva che questo gruppetto è il Bene che ogni uomo dovrebbe seguire per non mettersi nei guai. Il genere umano (rappresentato dal bambino) si trova in mezzo a queste forze in perenne lotta tra loro.

Al centro della tela come se fosse un vero e proprio spartiacque, con le sue dimensioni enormi c’è l’angelo custode. La figura ha una tipica impostazione classica. Il volto ha una espressione bonaria rivolta al bambino. Il gesto protettivo è ben rappresentato dal braccio destro che avvolge il bambino portandolo dal Male a Bene. Questo invito a seguire la retta via è sottolineato anche del braccio sinistro che indica le tre figure femminili che, come vi ho detto sopra rappresentano il Bene. Le ali dell’angelo sono aperte e con la loro estensione richiamano l’impostazione delle braccia dell’angelo e quel gesto di protezione che avvolge il bambino. Il piccolo è il simbolo dell’umanità che deve essere guidata e protetta, ma allo stesso tempo è il personaggio nel quale noi osservatori di possiamo immedesimare con maggiore facilità.

L’angelo del Maffei è una figura imponente che messa al centro della tela, non solo sembra essere un perno che ruota dal male verso il bene, ma è una sorta di ponte di collegamento tra la dimensione terrena (caratterizzata da cromie più cupe e scure) e la dimensione spirituale, dipinta nella parte superiore della tela (qui i colori sono più brillanti e luminosi). In alto la scena è lucente ed è la rappresentazione del Paradiso con angeli e santi in adorazione dello Spirito Santo, rappresentato dalla colomba dal,a quale si sprigiona la luce divina.

Nel complesso la tela è caratterizzata da una pittura di colori intensi e delicati. Nel dipinto le figure e ogni dettaglio, compreso il cagnolino in primo piano in basso a sinistra dove c’è il bambino, è definito attraverso il colore. Dalle figure umane al paesaggio, ogni componente pittorica anche se curata nel dettaglio, si pone agli occhi di chi guarda morbida, dai contorni sfumati e delicati che donano a tutta la rappresentazione una sorta di vibrazione cromatica ed emotiva.

Detto questo è vero che nella Basilica di San Lorenzo di Verolanuova c’è il Tiepolo, ma le opere di Francesco Maffei e degli altri artisti di scuola venete non son da meno, forse il loro nome sarà meno noto, ma la qualità pittorica e comunicativa tocca le corde dell’animo umano.