Ant-Man, l’eroe più ridimensionato dell’Universo Marvel

Ant-Man

Nonostante la pausa estiva, i supereroi hanno continuato a vegliare su di noi: infatti dal 12 Agosto nelle sale italiane è in programmazione Ant-Man, l’ultimo film relativo all’Universo Marvel, con Paul Rudd nei panni del protagonista (ricordiamo questo attore per le sue interpretazioni in Le regole della casa del sidro e Romeo+Giulietta).

In questo articolo, più che dare una pre-view del film, vorrei fare emergere le differenze con il fumetto, che spesso sono oggetto di critiche da parte dei lettori-fan, ma spesso sono funzionali a rendere più “cinematografico” il prodotto finale.

Accade spesso che ci sia la necessità di dover spiegare in due, tre ore eventi che molto spesso coprono decine di numeri di quel fumetto, e così gli intrecci e gli sviluppi della storia del personaggio di turno sono ridotti o riadattati proprio per rispondere a questa esigenza.

La Marvel, all’interno del suo Universo, ha creato negli anni diversi “mondi”, una sorta di realtà parallele dove convergono tutte le vicende dei personaggi e supereroi, che pur rimanendo identici nelle loro caratteristiche fisiche e caratteriali, vivono storie diverse. Proprio in funzione di ciò, è stato creato il Marvel Cinematic Universe, il luogo dove trovano posto tutte le vicende raccontate nei film dei Marvel Studios (e dei diversi spin-off o reboot fatti da altre case cinematografiche).

Riservando la spiegazione delle varie “generazioni” di film ad un prossimo articolo, mi soffermo su Ant-Man proprio perché è il migliore esempio di questa modalità di operare, fatta di differenze sostanziali tra film e fumetto, che possono far storcere il naso ai “puristi”.

Partiamo proprio dal protagonista: nel film i panni di Ant-Man vengono vestiti da Scott Lang, che però nel fumetto è il secondo Ant-Man. Il primo infatti è Henry “Hank” Pym, che all’interno della pellicola rappresenta il vecchio scienziato creatore della Particella Pym, in grado di rimpicciolire il nostro eroe, mentre nel fumetto è un biologo e ingegnere cibernetico che crea grazie alle sue scoperte, la tuta e il casco che gli permette di diventare supereroe.

Anche il villain“di turno è di fatto un cambio rispetto al fumetto: Calabrone infatti non è un avversario, ma è il nuovo “costume” vestito da Hank Pym dopo aver ceduto i suoi panni di Ant-Man a Scott Lang.

Altro particolare modificato è la paternità da parte di Pym di Ultron, l’antagonista principale dell’ultimo film degli Avengers. Infatti nel fumetto è proprio lui a creare l’androide, oltre a creare il virus in grado di fermarlo, così come anche Visione è opera sua (proprio come tutela per l’umanità in caso di “rinascita” di Ultron). Lo stesso Pym è il creatore del gruppo degli Avengers, fatto che nel film viene omesso.

Spiace, per chi è un fan dei fumetti Marvel, vedere Ant-Man e tutto il suo mondo declassato a un “eroe” di secondo piano, nonostante il suo alter-ego umano è un elemento centrale dell’Universo Marvel “cartaceo”.

Il film, al netto di queste incongruenze, è comunque godibile, considerando che è anche funzionale alla saga di Civil War, prossimo capitolo della saga Avengers, e con le scene di azione e di scontro tra i due rivali molto ben riuscite.

Vi lascio quindi con il classico trailer e restiamo in attesa degli sviluppo della saga, che a questo punto dobbiamo proprio considerare una storia a se stante, indipendente dalla classica narrazione dei fumetti Marvel. A voi stabilire quale sia più gradita!

Francesco Arena

Francesco Arena nasce a Modena nel 1984, studia Ragioneria con specializzazione Informatica, attualmente impiegato bancario. Nel tempo libero frequenta cinema e tutto quello che riguarda il mondo della tecnologia. Si interessa anche di cucina e sta scrivendo un libro di ricette. Come genere ama molto i film comici (ma non demenziali), fantascienza e supereroi in generale.